Il Vento della Vita
La storia del Paese nelle mani di un muratore comunista: costruire l’Italia dopo la Guerra e poi vederla crollare. (Pubblicato per conto di Franco Ferro) - RACCONTI DI VITA
Lo Scrittore
Quarta di copertina
Vede i proiettili dell’antierea e gli uomini in fuga.
Vede l’esecuzione di quindici partigiani a colpi di mitra.
Vede perfino la Borri inginocchiata per offrire la propria vita in cambio di quella del figlio. La vede sparata e ricacciata nelle acque del canale.
Vede il calcio del fucile pigiatole sulla testa per impedirle di aggrapparsi all’erba per uscirne.
Con altrettanta disperata determinazione Franco si ribellerà alla miseria e si aggrappa con tutte le forze a un mestiere. La possibilità di apprenderlo gli è offerta da una scuola cooperativa del partito socialista nel paese vicino. Siamo all’inizio degli anni ‘50 e a soli sedici anni, appena poco più che manovale, Franco emigra da solo a Milano e va ad abitare nei prefabbricati di via Venosta a Baggio: fuori villette e dentro in ogni stanza una famiglia diversa.
Eh sì, di case non ce n’erano e Franco le costruisce innanzitutto per i tanti come lui arrivati dalla campagna per lavorare nell’industria. E dorme in baracca e poi negli scantinati. Intanto studia da perito edile. E a forza di braccia si tira su. Tira su se stesso, la sua vita, la sua famiglia e mezza Milano... Franco è uno dei capocantieri più ricercati.
Non ci sono ostacoli tecnici in grado di fermarlo: dagli scassi per ricavare garage sotto gli edifici storici, alle autobetoniere rovesciate, ai cornicioni in pietra da salvare nel rifare i tetti. Fino alle ristrutturazioni del Pio Albergo Trivulzio, ai direttori dei lavori che lucrano sui subappalti d’accordo con gli uffici tecnici comunali. Con lui lavora da sempre come caposquadra il papà di Volpi futuro deputato della Repubblica per il Centrodestra e presidente della Camera.
Franco vorrebbe chiedere all’onorevole che per origine famigliare sa quanta fatica quest’Italia è costata... "Perché?”, vorrebbe chiedergli, l’onorevole si presta a una politica che ha smesso di governare; a una politica sorpresa troppo spesso a rubare e a farlo soltanto ai danni della povera gente; a una politica che si preoccupa di leggi ad personam per mettere in sicurezza il proprio leader di partito...
Ma tant’è: nessuno gli risponde e, arrivato alla pensione, non gli resta che vincere una battaglia contro il Sindaco del paesino e inveire da solo davanti a Ballarò dove il figlio del vecchio caposquadra Volpi sembra essersi dimenticato delle proprie origini e non lo può sentire.
Corredato di oltre 50 riproduzioni a colori